Palazzo Doria Pamphilj a Valmontone: un pezzo di storia da riscoprire

Affreschi Palazzo Doria 3Il Palazzo Doria Pamphilj di Valmontone, da sempre ha suscitato un grande interesse negli appassioni d’arte, soprattutto richiamando tutti coloro i quali sono alla ricerca dei palazzi più belli d’Italia. Simbolo ed emblema del Barocco, sorge poco distante da Roma sulle alture del pittoresco paesino medievale di Valmontone.
Il Palazzo Doria Pamphilj costruito nel Seicento, risulta essere uno dei più importanti simboli di quest’epoca; composto da 365 stanze, anche se non curate nella perfezione con costanti restauri, risulta essere un vero e proprio capolavoro dell’arte Seicentesca. Nato sulle basi del più antico castello “Sforzesco” esso gode di un panorama mozzafiato e di un punto d’osservazione strategico sull’intera valle che sovrasta. Dimora di Camillo Pamphilj, fu scelta come punto di soggiorno fuori dalla più caotica ed enorme Roma.
Il palazzo fu edificato subito dopo la demolizione del castello che lì sorgeva in precedenza; in poco meno di 20 anni venne realizzata un’opera sontuosa da parte di un architetto il cui nome, ad oggi, pare essere ancora sconosciuto. Commistione di vari generi di abitazioni, subito dopo la sua costruzione il palazzo aveva inglobate in se tipologie totalmente differenti di stili: poteva sembrare una roccaforte, una residenza estiva o ancora una casa agreste. La sensazione che suscitò all’epoca fu quella di una realizzazione di una città alternativa e completamente autosufficiente rispetto alle altre. Dalla piazza del mercato fino ad arrivare alla prigione e ai laboratori artigiani, sembra essere davvero una città nella città.
Le stanze sono quasi interamente affrescate dai più grandi artisti barocchi propri del periodo; in realtà la mancata cura dei dipinti non è frutto solo dei mancati restauri ma anche causa delle vicende che hanno visto questo palazzo come protagonista durante la seconda guerra mondiale. La popolazione del posto, infatti, a causa dei pesanti bombardamenti e alla distruzione quasi totale della cittadina vi hanno riseduto come dimora di fortuna fino al 1960, bloccando di fatto ogni possibilità di dare nuovo lustro agli importanti dipinti.
Da qualche anno si sta assistendo ad una serie d’interventi che mirano a non far sparire per sempre questo nostro grande pezzo di arte e di storia. All’interno del Palazzo Doria Pamphilj si trova un museo diviso in tre differenti parti sviluppate all’interno dei piani dell’edificio; la sezione situata al piano stradale è incentrata sulla scoperta dei reperti archeologici rinvenuti durante i lavori per la realizzazione della Tav che taglia tutto il territorio di Valmontone. La sala è strutturata secondo un percorso didattico davvero interessante grazie all’utilizzo di nuove tecnologie che permettono al visitatore di partecipare attivamente alla scoperta dei tesori della valle.
Qui è possibile ammirare reperti risalenti a diversi secoli a.C come un imponente sarcofago ritrovato recentemente nella zona. Nelle altre sale si è deciso di dare ampio spazio anche alla produzione pittorica raffigurante “allegorie” dei “Quattro Elementi” e dei “Quattro Continenti” oltre che al “Salone del Principe” che è interamente ricoperto di affreschi. Tali opere furono realizzate sotto ordine del Principe in un lasso di tempo tra il 1628 e il 1659. Nel ciclo delle raffigurazioni pittoriche riguardanti gli elementi, “La sala del Fuoco” costituì un vero è proprio apripista per tutti gli artisti del “tardo Seicento”.
Il dipinto raffigura diversi personaggi intenti nella trasformazione dei metalli sopra un’incudine. Questo capolavoro pregno di significato rappresenta il crogiolo di “Vulcano”. Altra sala interessante è quella dell’Aria. In questo dipinto, scevro di ogni riferimento architettonico, i protagonisti sembrano librarsi dolcemente nel vuoto facendo avvertire la mancanza di un tetto sopra il capo. Punto focale dell’intera opera è sicuramente la figura di Giunone che è raffigurata in una “corona dorata” supportata dai venti. Nella “Sala dell’Acqua” sono rappresentati oltre ai vari personaggi della mitologia “Nettuno” e “Anfitrite”, anche alcuni putti intenti a scagliare frecce simboleggianti la pioggia.
Nell’ultima stanza dedicata ai quattro elementi “La Stanza della Terra”, è raffigurata Terra con una sfera in una mano, uno “scettro” nell’altra ed un castello sulla testa. Spiegare a parole la bellezza di queste stanze, così come degli affreschi e l’intera struttura del palazzo sembra abbastanza riduttivo, il consiglio è sicuramente quello di regalarsi un pizzico di cultura facendo visita a questo splendido palazzo. Un tuffo nella storia della nostra civiltà che, sicuramente, lascerà a bocca aperta anche il visitatore a digiuno di nozioni artistiche.
Termino ringraziando la Signora Anita, dell’Anita bed and Breakfast Valmontone, luogo in cui abbiamo dormito, per averci pianificato la visita a Palazzo Doria Pamphilj, fornendoci gli orari di apertura e contattando personalmente la guida che ci ha condotto alla scoperta di questo meraviglioso monumento.

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