vasto golfo lunatoVasto, cittadina abruzzese della provincia di Chieti, è una meta turistica molto ambìta da chi sceglie la riviera adriatica per le proprie vacanze.
Vasto porta intatti i segni e le testimonianze di un passato molto ricco e vario per influenze e dominazioni subite.
La città conobbe tanti periodi di floridezza, di decadenza, fu tante volte distrutta e poi ricostruita. Tracce storiche ci parlano di questo passato così tumultuoso.
La posizione geografica rende affascinante e particolare questo piccolo centro, situato su una collina che, gradatamente, scende giù verso il mare, e che si affaccia sullo splendido, cosiddetto, ‘Golfo lunato’, dove si estende la spiaggia sabbiosa di Vasto Marina. Altri tratti di litorale sono quello di Santa Maria della Penna e la costa rocciosa di Punta Aderci.
Vasto, il cui primo nome antico è Histonium, è una città che offre molte attrattive sia naturali che artistiche, e che gode di un’ottima affluenza turistica soprattutto grazie alle sue belle spiagge che rendono il litorale vastese il più esteso della regione.

Le origini di Vasto

Le origini di questa cittadina corrono indietro nel tempo di circa tre millenni, e a quando popoli come i Frentani e i Romani la abitarono. La storia di Vasto, questo è il nome attuale, venne scritta e riscritta a seconda dell’epoca, ora godendo di splendore e floridezza, ora cadendo vittima di saccheggi e distruzione. In epoca medioevale Vasto subì un grande decadimento, mentre sotto il dominio dei Longobardi il comune, chiamato ‘Guasto’, conobbe nuova fioritura.
Ma facciamo un salto indietro nel tempo. La nascita di Vasto è avvolta dalla leggenda e dalla forza suggestiva della mitologia greca. Sembra infatti che il nome originario di ‘Histon’ sia stato attribuito da un personaggio della mitologia greca, Diomede.
Secondo la leggenda, Diomede (re dell’Etolia), dopo l’assedio di Troia, scelse infatti l’esilio volontario e, al comando dei suoi sudditi, approdò sulle coste dell’Italia meridionale, fondando diverse città. Diomede decise di fermarsi su quella parte di costa estasiato dalla bellezza del golfo del litorale abruzzese e dal suo promontorio – che gli ricordava il Monte Istone di Corfù – dal quale trasse il nome ‘Histon’.

La storia di Vasto

Vasto punta pennaIl popolo che, senza ombra di dubbio, abitò Vasto fu quello dei Frentani, popolazione di stirpe sannitica, che si stanziò nella zona di Punta Penna dove successivamente, in seguito all’annessione all’Impero Romano, fra la fine del IV e gli inizi del III secolo a.C., nacque il primo centro abitato che divenne, appunto, municipio romano.
Dalle ricostruzioni storiche si risale alla costituzione del primo centro abitato – nel 1184 a.C. E con la venuta dei Frentani, la città iniziò a fiorire dal V secolo.
Un’altra spiegazione del nome Histon sembra essere quella legata all’attività prevalente del commercio della lana, la cui tela – in greco – si chiama ‘iston’, da cui il nome ‘Histon’ fu poi trasformato in Histonium, quando la città divenne municipio romano, a seguito della guerra sociale (91-88 a.C.).
La testimonianza di questo passato si può leggere sullo stemma della città che reca la dicitura: “Vastum olim Histonium Municipium Romanum”.
Il centro abitato di Histonium aveva il campidoglio, le terme ed un anfiteatro per le naumachie, collocato proprio sotto la piazza Rossetti. A testimonianza di questo passato glorioso, sono stati rinvenuti dei resti nella via Adriatica ed in mare nei pressi del porto di Punta Penna.
In epoca imperiale Vasto conobbe una grande fioritura, che iniziò a sfumare nel tardo impero, quando entrò nella fase della decadenza, dei saccheggi e delle distruzioni, passando dalla dominazione ostrogota, a quella dei Bizantini e – infine – dei Longobardi. E proprio per decisione del re dei Longobardi, Teodorico, l’antica Vasto fu annessa come gastaldato al Ducato di Benevento.

Vasto

Vasto veduta del paese

Entrata a far parte del Ducato di Benevento, fu distrutta nell’802 dai Franchi con a capo il duca di Dordona, Guasto d’Aimone, che prese possesso di una parte del territorio che destinò alla ricostruzione di una nuova città, chiamata Guasto.Tornata, negli anni successivi, ai duchi longobardi di Benevento, fu ricostruita come centro fortificato sulle rovine dell’abitato preesistente.

Nel 1177 Papa Alessandro III riconobbe alla cittadina l’indulgenza plenaria in forma di Giubileo, che ancora viene celebrato ogni anno la terza domenica di gennaio, nella chiesa di Sant’Antonio da Padova.
Vasto passò anche per le mani di casate nobiliari spagnole, e precisamente dei Caldora, ai quali si deve la costruzione delle fortificazioni nel centro storico: il Castello Caldoresco, la Torre di Bassano, la Torre Diomede de Moro e la Torre di Santo Spirito.
Ad un’altra casata spagnola, i D’Avalos, a capo del feudo nel 1494, e che cercò di trasferire a Vasto i fasti della corte spagnola, si deve invece la costruzione del Palazzo che porta il loro nome. Il palazzo fu distrutto dall’invasione turca nel 1556, ma poi fu ricostruito nuovamente in uno stile rinascimentale.
Nel 1710 Carlo III d’Austria conferì a Vasto il titolo ufficiale di città – definita la “Atene degli Abruzzi”.
Nel 1861 Vasto entro a far parte dell’Italia, liberandosi dal potere del Regno Borbonico, grazie all’Impresa dei Mille ad opera di Garibaldi (settembre del 1860), che sancì l’Unità d’Italia.
Nel 1938 sotto il regime fascista, Mussolini ribattezzò Vasto in Istorio, volendo riprendere il tradizionale ‘Histonium’ in omaggio al toponimo latino dell’età romana. Solo nel 1944, la città recuperò il suo nome, Vasto, dopo la liberazione della città.

Feste e celebrazioni a Vasto

Toson d’oro si svolge nella quarta settimana di agosto ed è la rievocazione di un avvenimento storico celebratosi nel 1723 con “La consegna dell’onorificenza cavalleresca del Toson d’Oro”.

La rievocazione storica, in costume, riporta in vita i fasti della Casata d’Avalos, feudatari di Vasto, in un’epoca in cui la residenza dei principi divenne centro di attrazione per l’Italia e l’Europa.
Per l’occasione vengono organizzate feste e cerimonie per rievocare il conferimento della collana del Toson d’Oro al principe romano Fabrizio Colonna, gran connestabile del regno di Napoli, da parte del marchese del vasto Cesare Michelangelo D’Avalos, su delega dell’imperatore Carlo VI D’Asburgo.
Il toson o vello d’oro simboleggia la ricchezza, la grandezza e la libertà, e raffigura un ariete con le corna ritorte in giù e con il corpo appeso ad un pendaglio che rappresenta l’effetto del fulmine che si scaglia contro l’animale.
Nel mese di settembre si svolge solitamente “VastoExpo”, la Fiera biennale dell’Artigianato, Alimentazione, Industria, Commercio.
Sempre a settembre, nel giorno 29, si tiene la festa del Patrono, San Michele Arcangelo che dura tre giorni. Per l’occasione, la Statua del Santo viene portata in processione lungo le strade della città, dalla chiesetta alla Chiesa di Santa Maria Maggiore, dove si recitano le preghiere.